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Tuo figlio non esce di casa? Cosa posso fare per voi
Negli ultimi anni, sempre più genitori si trovano a fronteggiare una situazione preoccupante: i loro figli adolescenti o giovani adulti tendono a chiudersi in casa, riducendo al minimo le interazioni sociali e le esperienze all’esterno. Questo fenomeno, che può avere diverse cause, tra cui ansia sociale, dipendenza da videogiochi o internet, difficoltà relazionali o persino depressione, è un problema che merita attenzione e supporto.
Perché mio figlio non vuole uscire?
Le ragioni dietro a questo comportamento possono essere molteplici e spesso interconnesse:
- Ansia sociale: la paura del giudizio degli altri o l’insicurezza nelle interazioni possono portare i ragazzi a evitare situazioni sociali.
- Dipendenza da tecnologia: l’uso eccessivo di videogiochi, social network o altre piattaforme digitali può diventare un rifugio, sostituendo la vita reale.
- Depressione o difficoltà emotive: la mancanza di motivazione, l’apatia e il senso di vuoto possono spingere una persona a isolarsi.
- Bullismo o esperienze negative: episodi di bullismo scolastico o esperienze traumatiche possono rendere difficile la socializzazione.
Come puoi aiutarlo?
Se tuo figlio si chiude in casa e fatica a uscire, ecco alcuni passi concreti che puoi intraprendere:
- Ascolto e dialogo aperto: crea un ambiente in cui si senta al sicuro nel parlare delle sue difficoltà senza paura di essere giudicato.
- Stabilire piccoli obiettivi: invece di forzarlo a uscire subito, prova con passi graduali, come una breve passeggiata o un’attività che potrebbe piacergli.
- Offrire alternative stimolanti: iscriverlo a un corso che rispecchi i suoi interessi, proporgli esperienze di volontariato o altre attività può aiutarlo a trovare nuove motivazioni.
- Ridurre il tempo online in modo equilibrato: non vietare la tecnologia, ma aiutarlo a trovare un equilibrio tra vita digitale e reale.
- Chiedere supporto professionale: uno psicologo specializzato in adolescenti o giovani adulti può essere un valido alleato per comprendere le cause profonde del problema e trovare soluzioni personalizzate.
Come posso aiutarvi come psicologa digitale?
Nel mio lavoro, mi occupo di supportare genitori e figli nell’affrontare situazioni come queste, utilizzando strumenti innovativi e un approccio personalizzato. Attraverso consulenze presso il mio studio e online con percorsi dedicati, posso aiutarvi a comprendere meglio il problema e a trovare strategie efficaci per superarlo.
Se pensi che tuo figlio abbia bisogno di aiuto, non esitare a contattarmi per una prima consulenza. Insieme possiamo trovare il percorso migliore per lui e per tutta la famiglia

Un fenomeno sempre più discusso a livello globale è quello degli hikikomori,
termine giapponese che indica giovani che si ritirano dalla vita sociale, trascorrendo mesi o addirittura anni chiusi nelle proprie stanze. Questo isolamento estremo può derivare da fattori culturali, pressioni scolastiche, insicurezze personali e difficoltà a gestire il mondo esterno. Il fenomeno, sebbene originario del Giappone, si sta diffondendo anche in Europa, con un numero crescente di adolescenti e giovani adulti che preferiscono la reclusione volontaria piuttosto che affrontare le sfide del mondo esterno.
L’impennata di casi in Italia
Gli adolescenti Hikikomori, che si isolano dai coetanei e dal resto del mondo reale per vivere nella dimensione virtuale, sia quasi raddoppiato dopo gli anni della pandemia e quello dei ‘lupi solitari’ sia addirittura triplicato.
Insomma l’emergenza Covid “ha fatto riversare di punto in bianco milioni di giovanissimi, privi di ‘anticorpi sociali’, nel mondo virtuale. Così molti sono finiti prede di questi strumenti e dei loro aspetti negativi”, sottolinea Tintori parlando con Fortune Italia.