+351 8280955 | A Bassano del Grappa e online

Oltre gli stereotipi: guida essenziale per capire e affrontare il bullismo
La violenza è un tema delicato e complesso. Molti concordano nel considerarla generalmente negativa, tuttavia la realtà umana inevitabilmente implica dinamiche conflittuali. Quando queste dinamiche oltrepassano un limite considerato “ragionevole”, emerge quella che definiamo violenza. La difficoltà sta nel fatto che non esiste un criterio universale per stabilire tale limite. Ciò che per qualcuno è una semplice provocazione, per altri può rappresentare un’aggressione inaccettabile.
Cos’è esattamente il bullismo? Il bullismo è una particolare forma di violenza, caratterizzata da tre elementi principali: intenzionalità, asimmetria e reiterazione.
Intenzionalità: Chi pratica il bullismo lo fa con l’intenzione consapevole di causare disagio o dolore. Non basta, quindi, un comportamento aggressivo inconsapevole per definire qualcuno “bullo”.
Asimmetria: Il bullo sceglie intenzionalmente una vittima percepita come più debole e incapace di difendersi efficacemente.
Reiterazione: Il bullismo non è un episodio isolato, ma una serie di comportamenti ripetuti nel tempo che generano aspettativa e ansia nella vittima.
Perché è importante capire chi è il bullo? Identificare chiaramente il bullo è fondamentale per trovare soluzioni efficaci. Non tutti i bulli sono uguali: dietro comportamenti simili si nascondono motivazioni differenti.
Possiamo distinguere cinque tipologie principali di bulli, basate su diverse motivazioni:
Il bullo agonista: Motivato dalla competizione e dal desiderio di superiorità. Spesso si considera un giustiziere, scegliendo vittime che rappresentano ciò che odia o invidia. Il modo migliore per affrontare questo tipo di bullo è evitare scontri diretti, cercando invece di spostare il confronto su obiettivi personali positivi (sport, scuola, carriera).
Il bullo cooperativo: Motivato dal desiderio di appartenere a un gruppo. La vittima diventa un mezzo per dimostrare al gruppo di essere degni membri. Difendersi da questo tipo di bullismo significa lavorare con il gruppo per creare punti di contatto e decostruire gli stereotipi.
Il bullo insicuro: Spinto dal bisogno di protezione e sicurezza. Tende a seguire passivamente il gruppo. Una buona strategia è stabilire un rapporto personale con lui, lontano dal gruppo che lo influenza negativamente.
Il bullo sensuale: Mosso da motivazioni legate al controllo fisico ed emotivo. Cerca vittime vulnerabili, spesso per manipolarle. È fondamentale evitare situazioni isolate con questo tipo di persona e, in casi estremi, ricorrere immediatamente all’aiuto delle autorità.
Il bullo esploratore: Il tipo più pericoloso e raro, guidato dalla curiosità morbosa verso la violenza stessa. In questi casi, la priorità assoluta è la sicurezza personale. È importante rivolgersi immediatamente alle autorità competenti.
Non sottovalutare mai il bullismo: Anche comportamenti violenti considerati “lievi” ma ripetuti possono causare effetti devastanti e duraturi. La normalizzazione della violenza può rendere difficile identificare immediatamente il bullismo. Per questo, riconoscere chiaramente questi segnali e chiedere aiuto tempestivamente è fondamentale per la salute mentale e il benessere di tutti.
Conclusioni: Il bullismo, come la violenza in generale, richiede attenzione e consapevolezza. Comprenderne le motivazioni e le diverse forme può aiutare sia le vittime che gli aggressori a trovare alternative più salutari e soddisfacenti per rispondere ai propri bisogni e costruire relazioni migliori. Chiedere aiuto e parlare apertamente del problema resta sempre la strategia migliore per affrontare questa complessa realtà.